RAJA YOGA
MEDITAZIONE
Parte cento ventiquattresima

Quando il lavoro è compiuto nel modo richiesto, l’aspirante intona la parola di ammissione nella propria chiave o tonalità, cercando di suonare la nota che evoca l’Ego. Il guardiano risponderà cantando nello stesso tono con piena sonorità, collegando quindi, con il potere del suono, l’aspirante e il Maestro della futura cerimonia. Ciò pone ogni membro del gruppo, mediante il proprio sforzo e un terzo fattore, il guardiano, in rapporto con il Maestro. Col tempo ciò sarà meglio compreso e si farà in modo che quella tonalità riverberi sempre tra coloro che entrano e coloro che custodiscono la Soglia. Se compiuto alla perfezione (oggi impossibile) ciò costituisce una protezione perfetta.
I gruppi verranno composti secondo la formazione egoica e il Maestro particolare. La nota del gruppo sarà conosciuta da colui che custodisce l’ingresso e nessuno potrà entrare se non la intona nell’ottava superiore o inferiore. Ciò vale per i gruppi consacrati allo sviluppo spirituale interiore che si occupano direttamente dell’opera di un Maestro con i suoi allievi, discepoli o discepoli in prova affiliati. Altri gruppi, composti di unità diverse e operanti sotto raggi e Maestri differenti, custodiranno la loro porta con un altro metodo che sarà rivelato in seguito. Quando, in meditazione, lo studente ode quella nota musicale interiore, dovrebbe cercare di registrarla e coltivare la capacità sia di riconoscerla che di usarla. Non è facile all’inizio, poiché il suono giunge inatteso ed è di troppo breve durata per essere afferrato. Ma col passare del tempo e via via che riesce ripetute volte a provocare tale risposta, può cominciare a scoprire il metodo e osservare le cause che suscitano quella vibrazione. Come dianzi detto, molti sono i metodi con cui un allievo può essere consapevole del successo sulla via dell’accesso. Quelli di cui abbiamo trattato non sono che cinque fra i molti.
In futuro, quando le Scuole siano organizzate e vegliate da un Maestro nella coscienza del piano fisico, si terrà nota dei tempi e delle modalità del contatto e in tal modo la conoscenza verrà molto accresciuta. Concludendo vorrei far notare che l’evocazione della risposta deve essere sempre opera dell’allievo e che l’ora dipende dalla serietà del suo lavoro, dalla consacrazione del suo servizio e dalle sue predisposizioni karmiche. Se merita una risposta lo mostreranno le sue stelle e nulla potrà impedirla o ritardarla. Parimenti, nulla potrà realmente affrettarla, e quindi l’allievo non perda tempo a rammaricarsi di non averla ottenuta. A lui spetta obbedire alle regole, attenersi alle forme predisposte, ponderare e aderire con saggezza alle istruzioni prescritte, lavorare in modo definito e servire con ardore i suoi fratelli. Quando avrà fatto tutto questo, quando avrà costruito nei suoi tre corpi il necessario materiale vibrante, quando li avrà allineati con il corpo egoico (anche se solo per un breve istante) d’improvviso vedrà, d’improvviso udrà, d’improvviso sentirà una vibrazione e per sempre potrà dire che la fede si è fusa con la visione e l’aspirazione si è tramutata in riconoscimento.

  AGNI YOGA
  MEDITAZIONE
  Parte cento ventiquattresima
  Qualcuno forse domanderà: “È facile la vita per chi porta la Verità?”. Senza dubbio il sentiero è difficile per chi trasmette la Verità. Il sentiero ardente non può mai essere facile. È come se una cupola fosse discesa sul capo di chi porta la Verità e premesse sui centri cerebrali. Chi lavora nel reame dello spirito giunge a compiere la propria missione solo con la lotta cosciente. Una nuvola di malvagità lo insegue, poiché egli lotta per portare il pianeta fuori dal suo isolamento. Chi afferma di non aver paura, è forse impavido per questo? E chi pretende di sapere, è veramente dotto? In verità chi è degno di successo compie le sue opere senza dirle buone o cattive, ma facendo solo quel che deve fare. Così egli costruisce il sentiero per completare la sua incarnazione. Chi è giunto alla fine del suo sentiero, dice forse che era gravoso? Fare l’ultimo gradino riempie di gioia il viandante, perché sa Chi lo attende.
  Come il Fuoco è il principio che tutto comprende, così l’Agni Yoga pervade tutta la vita. Si può osservare come la coscienza si affina gradualmente, come diventano chiari i veri valori del suo ambiente e come cresce la comprensione dell’immutabile cooperazione fra i mondi. In questo modo la vita si riempie con i segni della comprensione superiore. La verità entra nella vita quotidiana come una realtà. Il coraggioso esploratore dell’Agni Yoga sopporta i dolori inevitabili causati dal fuoco impetuoso dei centri, ma anche una penosa sensibilità alle ingiustizie. Ma che sono quei rischi, di fronte alla scoperta del vero sentiero liberatore! L’Agni Yoga è come la Stella del Mattino, che annuncia l’arrivo della Luce.

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