Dapprima potrà non si potrà ricordarne i dettagli nel suo cervello fisico, potrà non realizzare le sembianze del Maestro o le parole pronunciate dalle Sue labbra, ma poiché si è coscientemente conformato alla regola ed è penetrato nel silenzio degli alti luoghi la legge agisce, come sempre ed egli è pervenuto al suo contatto. Alcuni discepoli conoscono intimamente il loro Maestro sui piani interiori e operano sotto la sua direzione, ma molte vite possono trascorrere prima che comprendano la legge e con deliberazione formano il canale d’accesso grazie al potere sviluppato in meditazione.
Con il passare del tempo la capacità di creare il contatto aumenta fino al punto in cui l’allievo può, in qualsiasi momento, conoscere la volontà del Maestro e avere accesso al Suo cuore. Il quinto metodo non è altrettanto comune, ma è noto a certi temperamenti. Per mezzo del suono l’aspirante ha la consapevolezza del successo. Segue la sua forma di meditazione abituale. Persevera di giorno in giorno e compie il lavoro da svolgere su tutti e tre i piani. Eleva di continuo la sua vibrazione e aspira allo sforzo richiesto, accompagnando ogni sforzo interiore alla vita esteriore di amorevole sevizio. Durante una meditazione improvvisamente sarà consapevole di una nota musicale che sembra risuonare nella sua testa o emanare dal cuore. Non sarà evocata dall’intonazione della Parola Sacra, che pure in una certa tonalità può evocare una risposta musicale dall’Ego, ma sarà il risultato o il culmine della meditazione e il suono della nota vibrerà nel centro così distintamente da non poter più essere dimenticato. È di nuovo un indice di successo. Il contatto con il Mastro è avvenuto ed Egli ha risposto intonando la nota egoica dell’allievo. Su ciò è basata la consuetudine del guardiano che risponde all’aspirante che si candida ai misteri del gruppo.
Quando il lavoro è compiuto nel modo richiesto, l’aspirante intona la parola di ammissione nella propria chiave o tonalità, cercando di suonare la nota che evoca l’Ego. Il guardiano risponderà cantando nello stesso tono con piena sonorità, collegando quindi, con il potere del suono, l’aspirante e il Maestro della futura cerimonia. Ciò pone ogni membro del gruppo, mediante il proprio sforzo e un terzo fattore, il guardiano, in rapporto con il Maestro. Col tempo ciò sarà meglio compreso e si farà in modo che quella tonalità riverberi sempre tra coloro che entrano e coloro che custodiscono la Soglia. Se compiuto alla perfezione (oggi impossibile) ciò costituisce una protezione perfetta. I gruppi verranno composti secondo la formazione egoica e il Maestro particolare. La nota del gruppo sarà conosciuta da colui che custodisce l’ingresso e nessuno potrà entrare se non la intona nell’ottava superiore o inferiore. Ciò vale per i gruppi consacrati allo sviluppo spirituale interiore che si occupano direttamente dell’opera di un Maestro con i suoi allievi, discepoli o discepoli in prova affiliati. Altri gruppi, composti di unità diverse e operanti sotto raggi e Maestri differenti, custodiranno la loro porta con un altro metodo che sarà rivelato in seguito. Quando, in meditazione, lo studente ode quella nota musicale interiore, dovrebbe cercare di registrarla e coltivare la capacità sia di riconoscerla che di usarla. Non è facile all’inizio, poiché il suono giunge inatteso ed è di troppo breve durata per essere afferrato. Ma col passare del tempo e via via che riesce ripetute volte a provocare tale risposta, può cominciare a scoprire il metodo e osservare le cause che suscitano quella vibrazione.

AGNI YOGA
Meditazione
Parte cento ventunesima

Esaminiamo somiglianze e divergenze fra l’Agni Yoga e quelli che l’hanno preceduto. Il Karma Yoga ha molti punti di contatto con esso, finché si considerano le realtà terrene. Quando invece l’Agni Yoga indica le vie ai mondi lontani, la distinzione si fa evidente. Il Raja, lo Jnana e il Bhakti Yoga si isolano tutti dalla realtà della vita quotidiana, e pertanto non possono partecipare all’evoluzione del futuro. Beninteso, un Agni Yogi deve essere anche un Jnana e un Bhakti Yogi, e lo sviluppo delle sue forze spirituali fa di lui anche un Raja Yogi. È bello quand’è possibile prepararsi a eseguire i compiti dell’evoluzione futura senza ripudiare le conquiste spirituali del passato! Non ci si deve vantare di portare innovazioni, poiché solo la sintesi fra vecchio e nuovo rinnova le possibilità da raggiungere.
Ogni pericolo ha i suoi vantaggi. Quando si tempra una spada nel fuoco, la fiamma è certo pericolosa, ma aumenta anche la finezza della ricettività. Un simile fuoco di sintesi risulta dallo sviluppo del centro della laringe. Quindi l’Agni Yoga si crea sulla manifestazione del Fuoco, che dà la vita e forgia la volontà.

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