RAJA YOGA
INVOCAZIONE
Parte cento ventiduesima

ESTERIORIZZAZIONE DEGLI ASHRAM.
Con queste parole mi riferisco a un aspetto della stupefacente impresa in cui è impegnata la Gerarchia in questo ciclo: la sua apparizione, espressione e attività sul piano fisico, per la prima volta da quando si ritirò nel lato soggettivo della vita e si focalizzò sul piano mentale (invece che sul fisico) durante il periodo dell’antica Atlantide e dopo la guerra fra i Signori dal Volto Splendente e i Signori dal Volto Tenebroso, come sono chiamati ne La Dottrina Segreta. Per milioni d’anni, quale risultato del trionfo del male a quei tempi, la Gerarchia è rimasta in silenzio dietro gli eventi del mondo, occupata nell’opera indicata qui di seguito, che infine sarà proseguita exotericamente invece che esotericamente.

  1. La Gerarchia sta come una muraglia fra l’umanità e il male eccessivo. Non dimenticate che come l’umanità è così protetta, la protezione si estende a tutti i regni subumani, dei quali il quarto regno, l’umano, è il macrocosmo. Per impedire che il male eccessivo, emanante da fonti cosmiche, ci inondi in modo disastroso, sono necessari la capacità competente della Gerarchia e il “fiat” di Shamballa.
  2. La Gerarchia opera costantemente al compito di risvegliare l’aspetto coscienza in tutte le forme, in modo che sia risvegliato, ampliato e usato con intelligenza.
  3. La Gerarchia dirige gli eventi mondiali nella misura in cui il genere umano lo consente (poiché il libero arbitrio e la libertà di decisione del genere umano non possono essere ignorati), in modo che la coscienza in sviluppo possa esprimersi sviluppando forme sociali, politiche, religiose ed economiche adeguate. Essa dà l’indirizzo: getta luce, esercita un’impressione su coloro che sono in contatto con essa, e mediante l’afflusso di idee e con la rivelazione influenza in modo definito la tendenza degli affari umani.
  4. La Gerarchia dirige e governa, più di quanto ci si renda conto, le culture che si sviluppano ciclicamente e le civiltà che ne risultano. Queste possono fornire le forme adatte, temporaneamente utili per l’anima emergente dell’umanità. Un’attenzione particolare è rivolta al formato delle culture e delle civiltà.
  5. La Gerarchia riceve e trasmette energie e le conseguenti forze provenienti da Shamballa, ciò che produce effetti nella Gerarchia stessa ed anche sull’umanità e sull’anima di tutte le cose che si trovano in tutti i regni.
  6. La Gerarchia riceve l’esoterico “Fuoco di Dio” che mette fine ai cicli, alle ideologie, alle organizzazioni e alle civiltà quando giunge il momento opportuno. Fa questo al fine di far posto a ciò che è migliore e che si dimostrerà adatto e non limitante per il risveglio della coscienza e per la vita emergente.
  7. La Gerarchia prepara gli uomini all’iniziazione:
    a. Ricevendoli nell’Ashram dei Maestri.
    b. Offrendo ai loro discepoli l’opportunità di servire in relazione al Piano emergente. c. c. Inaugurando, per mezzo dei discepoli dell’epoca, le nuove presentazioni dell’istruzione necessaria per l’iniziazione.
    Ogni ciclo principale riceve nuove forme del medesimo insegnamento antico e tuttavia fondamentale. Il ciclo attuale è uno di questi, e gran parte del mio lavoro è collegato ad esso. Tutte queste attività e funzioni della Gerarchia sono teoricamente ben note a molti di voi, e per alcuni di prima mano, ciò che è bene e utile riconoscere. Queste attività sono state condotte tutte “dietro il velo” e naturalmente sono solo una piccolissima parte del lavoro globale della Gerarchia. Gran parte di esso vi sarebbe totalmente incomprensibile. Tuttavia, se i discepoli di questo mondo moderno e gli iniziati saranno all’altezza della presente opportunità offerta; dovrebbe essere possibile non solo di portare avanti tutto questo alla piena luce del giorno, ma di farlo con la collaborazione e l’accettazione consapevole degli uomini intelligenti di tutto il mondo, e anche col consenso devoto (sebbene con cieca accettazione) dell’uomo della strada.

AGNI YOGA
INVOCAZIONE
Parte cento ventiduesima

Nell’oscurità lo yogi pone un potente magnete, o il frammento di un oggetto dai mondi lontani, sulla testa di un allievo, e domanda: “Cosa senti?”. La prima risposta è di solito negativa: “Non sento nulla.” Lo yogi afferma: “Non è vero; non puoi essere così povero di vigilanza da non sentire nulla.” L’allievo insiste: “Non riesco a sentire nulla.” “Non è vero; temi piuttosto di esprimere le sensazioni e di descrivere ciò che provi.” Dopo un lungo silenzio l’allievo dice: “Forse sento freddo e vedo come uno scintillio di stelle.” Perché gli uomini dicono “forse” e “mi sembra”, quando vedono e sentono? Solo l’affermazione decisa fa crescere l’energia psichica. In tal modo si può aumentare la propria ricettività, perché sopra di noi passano sempre correnti magnetiche e quella radianza che manifesta i fiori dello spazio.
La tensione dell’eterna vigilanza, il tremito della lotta e le salutari fatiche esigono una speciale adattabilità dell’organismo. Tale vigilanza è per Noi di grande valore.

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